A Loano, in Liguria, al terzo e quarto piano di un antico luogo di produzione ristrutturato, l’Opificio Doria, si annida questa residenza in forma di enigma.
Il grande terrazzo di questo appartamento galleggia sopra le case di Borgo Castello, guardando il mare ed il Santuario di Monte Carmelo, voluto nel ‘600 da Andrea Doria. A volte una casa può parlare alla memoria e risvegliare i ricordi. A volte il ricordo non si rivela attraverso elementi tangibili, materici. Come un vento o un profumo ci scompiglia i sensi e ci riporta verso futuri dimenticati.
Borgo Castello è costruito intorno ad una piccola corte che è un abaco di memorie architettoniche. Corte fatta di bifore ed archivolti in mattoni, trifore e portali di pietra, con le cornici in ardesia tipiche di questi luoghi.
La storia è vissuta qui in forma discreta e domestica. La volontà di Antonio Lagorio, pittore ed architetto ligure, è stata quella di far risuonare, magicamente, senza alcuna citazione, la storia nel respiro di questa casa.
La casa porta con se l’evocazione di spazi vertiginosi, l’anima di Piranesi occhieggia in questo luogo.
La sezione interna ha altezze variabili fra i 4 e gli 8 metri, si svolge a partire da un arco ribassato, imprescindibile, su cui era stato posto un vincolo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria, che taglia trasversalmente in due il terzo piano.
L’arco viene affiancato da tre nuove grandi colonne piatte, apparenti setti murari realizzati in cartongesso su struttura metallica, che salgono per 5 metri sino a piegarsi per diventare elementi orizzontali al piano superiore.
L’ingresso apre su questi setti, che schermano la vista del visitatore, il quale, muovendosi sul perimetro di un ideale porticato, scopre improvvisamente l’ampiezza del luogo, quasi una piazza, dove ricevere e cucinare, guardare ed essere guardati dal Monastero dei Carmelitani Scalzi, dal Mare e dal Borgo. Da sopra si affaccia sullo spazio sottostante, attraverso una balaustra, un secondo soggiorno, più intimo e domestico. Protette dalle travature in legno del grande tetto piramidale, le camere da letto al quarto piano sono volumi cubici senza porte che si comportano come edifici autonomi, relazionandosi fra di loro attraverso spazi interstiziali che hanno il tono delle piccole stradine tipiche degli spazi urbani liguri, i caruggi.
I padroni di casa, hanno fortemente amato e voluto questo spazio ricco, complesso e per nulla convenzionale che condividono con i loro tre figli, felici di scorazzare in questo piccolo brandello di paese della riviera ligure, privato e nascosto, attraversato dal misterioso vento della memoria.
Ernesta Caviola
pubblicato su INTERNI n. 580
Progetto Ex Opificio D’Oria
luogo
Loano, Italia
committente
privato
progetto architettonico
Antonio Lagorio
socio fondatore GianlucaPeluffo&Partners
programma
Ristrutturazione in un edificio cinquecentesco
superficie totale
200 m2
calendario
2008
foto
© Ernesta Caviola