Concorso di progettazione, a procedura aperta in due gradi, per la riqualificazione architettonica-funzionale dell’impianto sportivo del Centrale del Foro Italico di Roma.
Il sistema di colonne dialoga con i corpi dei marmi e con la metafisicità dei pini di Carlo
Carrà.
Le tende rosse rimandano alla pittura delle ville.
il Tempo è il grande mistero, e non può essere la Tecnica, ma solo la Forma con i suoi
significati ad affrontarlo.
Il Foro Italico rappresenta il vertice di una grande figura urbana che convoglia un sistema
paesaggistico unico al mondo, che tiene insieme alcuni tra i più importanti ambiti strategici
di Roma, a partire dal Tevere, dal sistema Flaminio, per arrivare ai Fori e al quartiere
dell’EUR.
La sfida dell’architettura contemporanea per una monumentalità civica e democratica ha
proprio nell’Italia e in Roma la sua Capitale politica, culturale e simbolica; Roma deve
tornare ad essere il cuore pulsante di questa sfida coraggiosa, repubblicana e rivoluzionaria.
Là dove da sempre pragmatismo e capacità tecnico-costruttive sono state in grado insieme
di esprimere lo spirito urbano e simbolico di una comunità e di una cultura, è giunto
il tempo di risolvere problemi reali e tecnici attraverso la lucidità sensuale della bellezza e
della verità strutturale e architettonica.
Il Foro Italico è ancora oggi il cuore pulsante di una Roma al centro dell’immagine del
mondo sportivo, principalmente con gli Internazionali di Tennis, oltre che con tutti gli
straordinari e unici impianti storici che contiene.
La testata di questo sistema è identificabile nella Casa delle Armi costruita tra il ’34 e il ’36
da Luigi Moretti, fino alla monumentale Farnesina, opera di Del Debbio, passando per lo
Stadio disegnato dallo stesso Del Debbio con Vitellozzi nel 1960; la Casa Internazionale
dello Studente, sempre di Del Debbio con Lugli; il Piazzale del Monolite di Moretti e la più
recente sistemazione di Umberto Riva inaugurata nel 2002, fino allo Stadio del Tennis.
Il successo degli Internazionali di Tennis è dovuto in ugual misura alle capacità manageriali
e tecniche organizzative, e all’unicità del luogo: nel cuore di Roma, un insieme
monumentale di natura e architettura, luce del cielo romano e ombra mediterranea, scultura
e piacere del vivere quotidiano nella bellezza non fine a sé stessa, ma generosa e
condivisibile.
Per questo la necessità di rendere lo Stadio Centrale efficiente al livello di Wimbledon
e del Roland Garros con un meccanismo di copertura temporanea, è essenziale in una
competizione internazionale e per la continua riuscita di questa manifestazione, e non
solo, vista la flessibilità e la funzionalità molto vasta durante tutto l’arco dell’anno, che si
otterrebbe per questo luogo.
Alla meraviglia del luogo, si unisce una condizione di spazio del gioco rispetto alla presenza
del pubblico e alla forma dello Stadio, che lo hanno reso negli anni amato ed apprezzato
dai più grandi campioni del Tennis.
La sua copertura dovrà conservare ed accentuare questo senso di “salotto stracolmo”
della terra rossa.
Progetto architettonico e paesaggistico:
Agenzia Rudy Ricciotti, Peluffo&Partners,
con Prof. Arch. Orazio Carpenzano, Studio Dismisura, (consulente aspetti architettonici), Arch. Andrea Parisella
Gruppo di Lavoro/design team: Rudy Ricciotti, Marco Arioldi, Romain Ricciotti, Gianluca Peluffo, Domenico Faraco, Gabriele Filippi, Prof. Arch. Orazio Carpenzano, Arch. Fabio Balducci, Arch. Paolo Marcoaldi, Arch. Andrea Parisella, Ing. Matteo Gestri
Aspetti strutturali: Lamoureux & Ricciotti ingénierie
Aspetti Impiantistici e sostenibilità: G.P.A. srl
Progetto del paesaggio: Arch. Cristiana Costanzo
Committente: Sport e salute S.p.A.
Luogo: Roma, Italia
data progetto: Luglio 2022
Render: © Mir rendering, © Peluffo&Partners